Un doloroso addio quello a Gino Strada (Sesto San Giovanni, 21 aprile 1948 – Rouen, 13 agosto 2021), la cui dipartita lascia un vuoto incolmabile. Medico, attivista, filantropo, fondatore, assieme alla moglie Teresa Sarti, dell’ONG italiana “Emergency”, è stato una figura di levatura impareggiabile nel campo dell’attivismo umanitario. Dopo aver conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1978, si specializza in Chirurgia d’Urgenza, facendo pratica nel campo del trapianto di cuore presso l’Ospedale di Rho fino al 1988, anno in cui si indirizza verso la chirurgia traumatologica e la cura delle vittime di guerra.
Si specializza poi in Chirurgia Cardiopolmonare, lavorando negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Sudafrica, presso Groote Schuur Hospital di Città del Capo, l’ospedale dove è stato praticato il primo trapianto di cuore della storia dal chirurgo Christiaan Barnard. Tra il 1989 e il 1994 lavora con il Comitato Internazionale della Croce Rossa in Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Questa esperienza sul campo in varie zone di conflitto motiva Strada e un gruppo di suoi colleghi a istituire, nel 1994, l’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo “Emergency”, che, dalla sua fondazione fino alla fine del 2013, ha fornito assistenza gratuita a oltre 6 milioni di pazienti in 16 paesi nel mondo.
Le sue esperienze sul campo hanno dato vita a due pubblicazioni: Pappagalli verdi: cronache di un chirurgo di guerra e Buskashì. Viaggio dentro la guerra. Nel 2001 è vincitore del premio Colombe d’Oro per la Pace, assegnato annualmente dall’Archivio disarmo a una personalità distintasi in campo internazionale. Nel 2015 è stato il primo italiano a ricevere il Right Livelihood Award. In suo onore è stato intitolato l’asteroide 248908 Ginostrada. Il 3 febbraio 2017 a Seul (Corea del Sud) ha ricevuto il riconoscimento del SunHak Peace Prize, Premio per la Pace istituito nel 2015 dalla signora Hak Ja Han Moon, moglie di Sun Myung Moon, fondatore del Movimento dell’Unificazione.
L’Associazione Internazionale Guido Dorso – nella figura del Presidente Nicola Squitieri, del Segretario Generale Francesco Saverio Coppola, unitamente al Comitato scientifico Culturale e alla Direzione della Rivista Politica Meridionalista-Civiltà di Europa − ha espresso il suo profondo cordoglio per questa grande perdita: Gino Strada, uomo di libertà e di rara umanità ci ha lasciato. Siamo vicini alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno lottato e lottano in maniera pacifica per affermare il rispetto dei diritti e della dignità umana – ha affermato Nicola Squiteri – Diceva Gino Strada laddove i diritti non sono uguali chiamiamoli privilegi.
Vogliamo ricordare lo spirito spinoziano e laico che ha pervaso il suo pensiero e la sua azione, contro gli interessi di parte, che ha contrastato sempre con franchezza non solo con le parole, ma dimostrando con i fatti che cosa significa operare al servizio della Comunità e del bene comune, in una visione ecumenica. Caro Gino ci mancheranno la tua caparbietà, il tuo profondo senso di libertà, la tua sincerità e soprattutto l’essere un uomo di buona volontà. Onore a te, alla tua vita e a quanti seguiranno le tue orme – ha dichiarato Francesco Saverio Coppola.
Grazie all’operato di Gino Strada sono stati costruiti ospedali di eccellenza in molti Paesi del mondo che hanno curato oltre 11 milioni di persone gratuitamente. Tra le molteplici strutture sanitarie realizzate da “Emergency” anche un ospedale chirurgico pediatrico in Uganda, il cui progetto è stato curato dall’architetto Renzo Piano. La sua missione a favore della pace affonda le sue radici in ideali che nutriva sin da giovanissimo, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Diego Bianchi nel gennaio 2020, trasmessa su La7: Quando ero ragazzo ero inconsciamente sicuro che diventando adulto il mondo sarebbe stato migliore. È stata una grande illusione, perché ancora una volta sta vincendo la scelta della guerra, la scelta dell’eliminazione reciproca e della violenza. Passare il tempo a costruire arsenali anziché diffondere libri è deleterio, forse letale, per la nostra specie.
In riferimento all’attuale emergenza sanitaria COVID-19, Gino Strada, ad aprile 2021, aveva lanciato un forte allarme, dichiarando al quotidiano La Stampa: Le mutazioni del virus rischiano di rendere obsoleti i vaccini. Se il virus non si ferma anche in Africa, poi ce lo ritroveremo mutato in casa nostra […] Li abbiamo abbandonati a loro stessi. In Sudan hanno fatto i tamponi al personale sanitario. Su milletrecento medici ed infermieri i positivi erano il 70%. A Khartoum addirittura l′80%. L’Occidente è miope. Nel corso della stessa intervista, Gino Strada aveva toccato anche il tema più specifico della sanità italiana: A oggi è tutto da ricostruire a cominciare dalla sanità territoriale. Non c’è un politico che spieghi perché la sanità privata funziona coi soldi pubblici. È un controsenso. È un settore a profitto garantito, dunque se lo facciano coi soldi loro.
Si era inoltre detto disponibile a gestire la situazione sanitaria in Calabria, dopo che l’ex premier Conte aveva indicato il suo nome per la gestione dell’emergenza sanitaria nella Regione: Abbiamo dato la nostra disponibilità anche a prendere in mano la gestione di diciotto ospedali chiusi ma per ora non ci ha risposto nessuno. Ospedali chiusi ufficialmente per ragioni di budget. Ma al solito perché si è preferito sostenere la sanità privata. La gente ha perso la speranza di rivedere una sanità pubblica che funzioni. Temi quanto mai attuali, che lasciano interrogativi aperti e molti spunti di riflessione.
“Emergency”, con un post pubblicato oggi su Facebook, ha voluto ricordarlo così: Il nostro amato Gino è morto questa mattina. È stato fondatore, chirurgo, direttore esecutivo, l’anima di EMERGENCY. “I pazienti vengono sempre prima di tutto”, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino. E a conoscerlo meglio si vedeva che sapeva sognare, divertirsi, inventare mille cose. Non riusciamo a pensare di stare senza di lui, la sua sola presenza bastava a farci sentire tutti più forti e meno soli, anche se era lontano. Tra i suoi ultimi pensieri c’è stato l’Afghanistan, ieri. È morto felice. Ti vogliamo bene Gino.
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