Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia… A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già oltre Roma…
(Leonardo Sciascia – Il giorno della Civetta)
Risuonano quanto mai attuali le parole di Leonardo Sciascia (Racalmuto 8 gennaio 1921 – Palermo 20 novembre 1989), scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, critico d’arte e docente, una delle figure più rappresentative del Novecento italiano ed europeo. E assumono una valenza ancor più significativa nel centenario della sua nascita, la nascita di uno “scrittore alieno”, “artista anomalo”, come viene definito dal documentario diretto da Simona Risi a lui dedicato da Sky Arte per celebrare tale ricorrenza: Sciascia era un’anomalia, maestro per costrizione, ha attraversato il fascismo rimanendone immune. Ha vissuto la Prima Repubblica da solitario, contestato le chiese e il potere rimanendone estraneo.
Spirito libero, anticonformista, fuori da ogni schema predefinito, Sciascia ha rappresentato l’espressione più alta dell’analisi lucida e a tratti impietosa della modernità e in particolare della realtà del Sud, con tutte le sue contraddizioni. Il Sud da lui tanto amato quanto “sezionato” in un’implacabile disamina oggettiva, scevra da sentimentalismi e improntata a quello che potremmo definire un pensiero illuminista e, nel contempo, fortemente relativista, che non si è mai adagiato su facili approdi di definizioni precostituite. Come egli stesso affermava: La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la verità.
Alla fervente attività letteraria affiancò un’importante attività politica, spaziando dal socialismo democratico al marxismo moderato, dal radicalismo liberale al garantismo e alla socialdemocrazia. Personaggio sempre autentico, non esitò a portare avanti le sue idee e le sue personali battaglie, anche a costo di apparire “scomodo”. Uomo del Sud e per il Sud, profondamente legato alla sua terra, la Sicilia, ma fortemente radicato a una visione il più possibile oggettiva, conservò un approccio sempre profondamente realista verso l’idea di Mezzogiorno, Meridione, Mediterraneo, che col tempo assurse a concetto molto più ampio, in una prospettiva antropologica globale. Non solo appartenenza, ma anche emblema. Poco alla volta, non mi sono sentito più solamente siciliano: sono, piuttosto, uno scrittore italiano che conosce bene la realtà della Sicilia […]. La Sicilia offre la rappresentazione di tante contraddizioni, di tanti problemi, non soltanto italiani, ma anche europei, al punto di poter costituire la metafora del mondo moderno ─ dichiarò alla giornalista francese Marcelle Padovani nel 1979.
Esempio impareggiabile di libertà di pensiero e di autonomia intellettuale, Sciascia resta una figura indimenticabile, intellettuale di immenso spessore e grande coraggio, che aveva fatto dell’intelligenza l’arma più potente contro il decadimento del pensiero: Si è così profondi, ormai, che non si vede più niente. A forza di andare in profondità, si è sprofondati. Soltanto l’intelligenza, l’intelligenza che è anche leggerezza, che sa essere leggera, può sperare di risalire alla superficialità, alla banalità.
Come dichiarato dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando: Sciascia aveva fatto della libertà la sua stella polare che indicava agli altri la direzione; come tutti gli uomini liberi, di volta in volta, è stato definito “eretico” […], “sovversivo” […] e “pazzo” […] Sciascia ha disvelato in tempi difficili le contraddizioni e le ipocrisie del sistema di potere […] La storia viene ripercorsa e rivissuta in nome della libertà. Essere qui a ricordare Leonardo Sciascia è un modo per ricordare quella libertà che oggi abbiamo il dovere di coniugare con l’uguaglianza e con la fraternità.
A cent’anni dalla sua nascita, l’invito alla libertà lasciato all’Umanità dal poeta di Racalmuto, è un’eredità imperitura di immenso valore.
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