La galleria al Blu di Prussia, nel cuore della città di Napoli, il 9 aprile 2022 ha ricordato il regista Pasquale Squitieri. Un regista, figlio di Napoli. Diversi suoi film hanno raccontato il Sud in maniera provocatoria evidenziando tanti problemi come le sopraffazioni di una classe dominante meridionale estrattiva, il modo sbagliato di unire l’Italia, facendo divenire il Mezzogiorno una colonia del Nord, la lotta alla criminalità, i problemi dell’immigrazione.
Napoli ricorda un importante autore, Pasquale Squitieri, regista di grandissimo spessore originario del popolare Rione Sanità. L’occasione è stata fornita dalla presentazione del libro “ ’Nu Piezzo e’ Vita” scritto dall’attrice e moglie Ottavia Fusco. Pasquale Squitieri, dopo una esperienza di avvocato e di bancario, nel 1969 debutta dietro la camera da presa con il film “Io e Dio” prodotto da Vittorio De Sica, e successivamente con il nome di William Redford, dirige due film “Django sfida Sartana” e “La vendetta è un piatto che si serve freddo” di genere spaghetti western.
In seguito, Squitieri si occupa di tematiche più attuali e realtà difficili allora poco raccontate della società italiana. Pellicole come L’ambizioso (1975), Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978) riguardano i contatti tra mafia, classe dominante e politica; Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene (1973) e Atto di dolore (1990) hanno come tema principale la droga; Gli invisibili (1988) il terrorismo; L’avvocato De Gregorio (2003) le cosiddette “morti bianche”; Razza selvaggia (1980) e Il colore dell’odio (1989) l’argomento dell’immigrazione.Il Pentito (1985), scritto e realizzato in corpore vivo, affronta temi difficili di una stagione dell’Italia legata ai nomi di Falcone e Borsellino e precede di quasi 34 anni il film “ il traditore” di Massimo Bellocchio.
Famosi i suoi film storico-politici, che hanno suscitato molte critiche anche per le sue visioni non ortodosse e contrari al comune senso del pudore, avrebbe detto Sordi, tra questi : I guappi (1974), Claretta (1984) e Li chiamarono…briganti! (1999), film sul brigantaggio postunitario che narra la storia del suo maggior rappresentante Carmine Crocco. Quest’ultima sua opera fu immediatamente ritirata dalle sale cinematografiche con il forte sospetto di essere tacciata di revisionismo storico. Una perdita immensa per il mondo del cinema come ha precisato anche nel giorno della sua morte Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo: “Pasquale Squitieri, nato nel teatro e cresciuto nel cinema, ha attraversato autorevolmente con la sua opera quasi mezzo secolo di cinematografia italiana.
Ottavia Fusco ha voluto scrivere un libro su un uomo difficile, ma libero, presentato al Blu di Prussia, la Galleria della Fondazione Mannajuolo situata in via Gaetano Filangieri nel cuore della città di Napoli e diretta da Giuseppe e Patrizia Mannajuolo con la direzione artistica di Mario Pellegrino. Il libro “ ‘Nu Piezzo e’ Vita” è pubblicato da Santelli con prefazione di Barbara Alberti, introduzione di Massimo Cotto, e postfazione di Matteo Fantozzi. La moglie del regista Squitieri, l’ attrice e cantante Ottavia Fusco, descrive nel libro il ricordo sempre vivo del regista, i pensieri più profondi, la personalità effervescente e frizzantina del cineasta. Un racconto che affascina ed appassiona i fedelissimi lettori, una grande storia d’amore, un grande amore vissuto fino alla scomparsa del regista.
Ottavia Fusco Squitieri, descrive: << Un meraviglioso incontro tra due intelligenze>> Il Regista è l’Uomo, un personaggio scomodo come chi fa della libertà la propria bandiera. Attraverso il libro “Nu Piezz e’ Vita”, la personalità del regista vive nel tempo. In ogni pagina sfogliata c’è il ricordo di una vita, un amore vissuto insieme. Il regista che riprende vita, la parabola esistenziale e professionale che ha fatto discutere per tutta la vita, che ha attraversato quattro decenni di storia del cinema italiano, realizzando ventidue film.
Pasquale Squitieri è stato un uomo, un professionista, senza mezze misure. Attraverso il libro vive la sua personalità con aspetti sorprendenti di una vita passata. Ottavia Fusco Squitieri, descrive “Nu Piezzo ‘e vita”, ispirandosi al Nomen Omen di antica romana memoria – secondo cui il destino di un essere umano fosse racchiuso nel suo stesso nome, narrando la storia lettera per lettera: dove ogni lettera, del suo nome e cognome dona vita al racconto e al ricordo, per analogie, e libere associazioni, componendone il ritratto. Pasquale è vivo in modo diverso ma fortemente vivo. Ed è quanto Ottavia vuole trasmettere ai lettori: una presenza viva, forte, adorabile e provocatoria.
L’autrice nel raccontare il compagno di vita, ha organizzato il libro in capitoli che declinano le singole lettere del nome e cognome del Regista scomparso; Così si va dalla P del capitolo iniziale, Provocazioni, alla I, del conclusivo Infinito, passando per Amori, Spiritualità, Quotidianità, e via elencando, per analogie e libere associazioni, in modo da trasmettere ai lettori una presenza viva, forte, adorabile e provocatoria.
Provocatore nato, al centro delle polemiche, il Regista Squitieri, è stato soprattutto al di fuori dello specifico del cinema, grazie ai vulcanici scambi dialettici in televisione (celebre quello con uno sbigottito Antonio Di Pietro nel programma RAI di Gianfranco Funari), alle prese di posizione su questioni scottanti, come il brigantaggio post-unitario frutto di una forte documentazione storica, e ad una parabola politica che lo vide transitare dagli inizi di estrema sinistra, con simpatie verso lotta continua fino all’elezione a senatore tra le file della destra di Alleanza nazionale ai tempi del 1994. Si ricordano anche i suoi scambi vivaci di parole con Agnelli al Senato sulle loro diverse visioni del Mezzogiorno e dei meridionali.
Nel libro “ ‘Nu Piezzo e Vita”, riprende il titolo di una canzone scritta da Squitieri alla moglie Ottavia Fusco. Ottavia Fusco, rievoca anche il rapporto tra lei e la ex compagna di Squitieri, la diva internazionale Claudia Cardinale, ben prima della nascita di un’amicizia tra le due donne, destinata persino a portarle assieme sul palcoscenico per la versione al femminile di “La strana Coppia” di Neil Simon. La presentazione, che ha visto l’introduzione da parte di Giuseppe Mannajuolo che ha ricordato il regista, è stata condotta in forma molto originale da Ottavia Fusco che ha rivestito poliedricamente diversi ruoli, moderatrice, autrice e anche attrice recitando un capitolo del libro. Una testimonianza significativa sul regista, sulla sua personalità è stata data dalla nipote Mariella Licenziati, figlia della sorella del regista Maria Rosaria. Ha concluso l’incontro l’ultima intervista video fatta al regista amareggiato su come vengono distribuiti i contributi pubblici per le opere cinematografiche secondo le appartenenze e non secondo il valore artistico delle opere.
Hanno presenziato, tra gli altri, alla presentazione Nicola Squitieri fratello del regista e Presidente dell’Associazione internazionale Guido Dorso, insieme al Segretario generale Francesco Saverio Coppola e il Professore Pietro Massimo Busetta, autorevole e fecondo saggista sui temi della questione meridionale. La Fondazione Mannajuolo nasce per ricordare l’impegno della famiglia Mannajuolo, che sin dai primi decenni del ‘900 ha contribuito alla vita culturale di Napoli sostenendo iniziative legate al mondo dell’arte e dell’architettura. Nel solco tracciato prima da Giuseppe Mannajuolo, poi da suo figlio Guido, fondatore nel 1943 della galleria Al Blu di Prussia, la Fondazione dedica ogni anno un premio a personaggi del mondo delle arti e dello spettacolo. Pasquale Squitieri ha ricevuto questo premio alla memoria per la sua attività cinematografica.