Ha lasciato un grande vuoto la scomparsa di Franco Cassano (Ancona, 3 dicembre 1943 – Bari, 23 febbraio 2021), sociologo e politico italiano, ma non ci hanno lasciato il suo pensiero e la sua visione, volti a creare una identità di territorio, pilastro fondamentale di ogni processo di sviluppo sociale, culturale ed economico. Professore Ordinario di Sociologia e Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, inizia la carriera universitaria nel 1970 come professore incaricato all’Università di Messina. Dal 1971 è assistente ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Bari dove, nel 1980, diventa professore ordinario di Sociologia della conoscenza. Dal 1991 al 1993 ha diretto la Rassegna Italiana di Sociologia.

Autore di numerosissimi scritti con i quali ha contribuito alla creazione di un pensiero improntato ad un nuovo un concetto di modernità, Cassano è stato una delle figure più autorevoli del panorama intellettuale italiano. La sua permanenza culturale e politica nel Mezzogiorno, nonostante non fosse nato al Sud, ha intriso di fatto la sua anima di pensiero meridiano, facendogli dedicare ampio spazio nelle sue pubblicazioni ai temi del Mediterraneo e in particolare del Meridione d’Italia. Ricordiamo in tal senso Pensiero meridiano (1996), L’alternativa mediterranea (2007), Tre modi di vedere il Sud (2009), per citarne solo alcune.

Franco-Cassano

In Pensiero Meridiano, che è la sua prima pubblicazione, nonché la più nota più nota, tradotta in inglese, francese, tedesco e giapponese, Cassano affronta la “questione meridionale”, rivendicando per il Sud il diritto ad emanciparsi dagli stereotipi e dalle visioni restrittive per assurgere a “soggetto di pensiero”, nell’ottica di una prospettiva di sviluppo basata su una ridefinizione del concetto di modernità e sulla riproposizione di un modello storico dalle ampie vedute.  Si tratta di un’opera in forte controtendenza, come ricorda Corrado Augias (“Il Venerdì di Repubblica”): Scritto con una prosa tersa e molto partecipe, le sue tesi disegnano un crocevia dove si incontrano sociologia, lirica e progetto politico.

Cassano definisce a chiare linee cosa egli intenda con il termine “pensiero meridiano”: Pensiero meridiano è quel pensiero che si inizia a sentir dentro laddove inizia il mare, quando la riva interrompe gli integrismi della terra (in primis quello dell’economia e dello sviluppo), quando si scopre che il confine non è un luogo dove il mondo finisce, ma quello dove i diversi si toccano e la partita del rapporto con l’altro diventa difficile e vera. Il pensiero meridiano, infatti, è nato proprio nel Mediterraneo, sulle coste della Grecia, con l’apertura della cultura greca ai discorsi in contrasto, ai Δισσοὶ λόγοι.

E nel volume afferma: Se si vuole ricominciare a pensare al Sud sono necessarie alcune operazioni preliminari. In primo luogo, occorre smettere di vedere le sue patologie solo come la conseguenza di un difetto di modernità. Bisogna rovesciare l’ottica e iniziare a pensare che probabilmente nel Sud d’Italia la modernità non è estranea alle patologie di cui ancora oggi molti credono che essa sia la cura. Per iniziare a pensare al Sud è in altri termini necessario prendere in considerazione anche l’ipotesi che normalmente si scarta a priori: la modernizzazione del Sud è una modernizzazione imperfetta o insufficiente o non è piuttosto l’unica modernizzazione possibile, la modernizzazione “reale”?

Liberare la modernità dalle sue responsabilità considerandola sempre e soltanto dai lati dei rimedi conduce a commettere due errori complementari che si rafforzano a vicenda: da un lato si ricorre ad una terapia che spesso aggrava le patologie, dall’altro si sopprime in radice la possibilità di rovesciare il rapporto: non pensare il Sud alla luce della modernità, ma, al contrario, pensare la modernità alla luce del Sud – continua Cassano – Pensare il Sud vuol dire allora che il Sud è il soggetto di pensiero: esso non deve essere studiato, analizzato e giudicato da un pensiero esterno, ma deve riacquistare la forza per pensarsi da sé, per riconquistare con decisione la la propria autonomia. Pensiero meridiano vuol dire fondamentalmente questo: restituire al Sud l’antica dignità di soggetto del pensiero, interrompere una lunga sequenza in cui esso è stato pensato da altri.   

Un pensiero quanto mai attuale, su cui val la pena spendere più di una riflessione.

Franco-Cassano

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Lorena Coppola

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