Viva Procida che ci accompagnerà nell’anno della rinascita – queste le parole con cui il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini ha annunciato la proclamazione di una delle perle del Golfo di Napoli a Capitale Italiana della Cultura 2022. Le motivazioni che hanno determinato questo primato sono state individuate nell’indiscutibile valenza del lungimirante progetto culturale presentato, che, come dichiarato dal Ministro: Presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto di sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato, la dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria, la dimensione laboratoriale, che comprende aspetti sociali e di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee.
Si tratta di un primato tutto meridionale, che testimonia ancora una volta le grandi potenzialità del Sud con tutto il suo inestinguibile bagaglio di risorse. Procida è un luogo ricco di fascino, che racchiude in sé la magia di un’isola vulcanica le cui origini si perdono tra realtà e leggenda. Fortissimi i suoi legami anche col mito greco: secondo i racconti della Gigantomachia, la lotta che i Giganti ribelli ingaggiarono contro gli Dei dell’Olimpo aizzati dalla loro madre Gea e dai Titani, alcuni di essi finirono schiacciati rispettivamente dal Vesuvio, da Ischia e da Procida, sotto la quale giacerebbe Mimante. Procida, l’isola di Graziella di Alfonso de Lamartine, con il suo charme, con le sue particolari architetture e paesaggistiche, è stata un’importante meta culturale nel XIX e nel XX secolo e ha ospitato diverse edizioni del premio dedicato alla scrittrice Elsa Morante.
Unica isola tra le dieci finaliste selezionate dalla giuria del MiBACT, presieduta da Stefano Baia Curioni, Procida si è aggiudicata un podio di rilievo nel panorama culturale nazionale e non solo. Il dossier abbraccia 44 progetti culturali, 330 giorni di programmazione, 240 artisti e 40 opere originali, nonché la rigenerazione urbana di alcune strutture del territorio. Il progetto, sostenuto da tutte le istituzioni territoriali, tra cui, prime tra tutte, Città Metropolitana di Napoli e Regione Campania, ha ricevuto il supporto di oltre 300 artisti e ha coinvolto numerose realtà trasversali, quali l’Università degli Studi di Napoli Federico II e la Camera di Commercio.
Per il Sindaco di Procida Dino Ambrosino si tratta di “un’opportunità storica”: Questa enorme gioia rappresenta il sentimento di tanti borghi dell’Italia minore. Penso che Procida possa essere considerata una metafora di tanti luoghi, di tante amministrazioni, di tante comunità che hanno riscoperto l’entusiasmo e l’orgoglio per il loro territorio e che, con questo titolo, vogliono costruire un riscatto importante per le loro terre.
Agostino Riitano, direttore del progetto di candidatura di Procida, ha dichiarato: È una vittoria epocale, non solo per l’isola di Procida e per la Campania, ma per tutto il Paese […] in un momento in cui il Paese aveva bisogno di un progetto lungimirante e che potesse dare il segno che l’Italia non è fatta soltanto dalle grandi città d’arte ma i migliori giacimenti sono proprio in quei luoghi che sono stati considerati per anni minori. Noi con questa vittoria dimostriamo che ciò che è minore è anche profetico, e noi incorporiamo la profezia del cambiamento della cultura nel nostro Paese.
Anche il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi ha espresso il suo entusiasmo per tale riconoscimento: Sono molto soddisfatto per la nomina di Procida a Capitale Italiana della Cultura 2022. Un’isola magica, sospesa tra passato e futuro. Uno scrigno che brilla di storia e cultura, esempio di contaminazione e inclusione. Orgoglioso che dal Mezzogiorno riparta l’Italia!
Ed è infatti proprio dal Sud che si può ipotizzare una ripresa nazionale, nell’ottica di un rilancio su vasta scala. Partire da un gioiello di rara bellezza, quale Procida, per dare nuovo vigore ad una valorizzazione territoriale che valichi i confini regionali e si proietti in una visione di più ampio respiro, attraverso un’organizzazione di lungo raggio. Una prospettiva che si sposa bene con le parole dello stesso Ministro Franceschini: Un progetto che potrebbe rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese […] capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura, che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese, nei mesi che ci attendono.
Occorre tuttavia una risposta organizzativa di ottimo livello da parte degli Enti pubblici nazionali, regionali e comunali e dei privati, che, in sinergia fra loro, produca un effetto sistemico sulle isole del Golfo e sulla Campania, attraverso l’attrazione esercitata da questo importante polo ed evento culturale.
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